L’università di Trento protagonista della ricerca italiana sulla SLA
Tre dei sette progetti finanziati quest’anno da AriSla, la fondazione italiana di ricerca per la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), coinvolgono Alice Migazzi e Manuela Basso (vedi foto) del Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata dell’Ateneo
Vedono protagonista l’Università di Trento tre dei sette progetti finanziati da AriSla, la fondazione italiana di ricerca per la sclerosi laterale amiotrofica, con il bando 2021. Tra gli studi selezionati, infatti, ci sono quelli di Alice Migazzi, e Manuela Basso del Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata dell’Ateneo.
Il progetto coordinato dalla giovane assegnista di ricerca Alice Migazzi è Senals. Lo studio pilota esplora approcci innovativi per comprendere meglio i meccanismi di neurodegenerazione e neuroinfiammazione e valutare nuovi approcci terapeutici per rallentare l’invecchiamento prematuro delle cellule che supportano quelle del sistema nervoso centrale.
Lo studio coordinato da Manuela Basso, professoressa del Dipartimento Cibio, si chiama EVTestInALS. È un lavoro di clinica osservazionale che intende identificare nuovi biomarcatori utili per avere indicazioni sulla progressione della Sla.
Il progetto è svolto in collaborazione con tre partner: Andrea Calvo del Dipartimento di Neuroscienze Rita Levi Montalcini, Università degli studi di Torino e Aou Città della Salute e della Scienza di Torino; Valentina Bonetto dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, Milano; Francesco Rinaldi del Dipartimento di Matematica Tullio Levi-Civita, Università degli studi di Padova.
Il terzo progetto in cui è coinvolta UniTrento è uno studio pluriennale che ha come obiettivo la verifica sperimentale preclinica di approcci di terapia genica. Si tratta di Gattals, coordinato da Valentina Bonetto dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, con partner Manuela Basso del Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata dell’Ateneo di Trento.
AriSla, nata nel 2008, finora ha investito più di 14 milioni di euro, sostenuto 142 ricercatori e ricercatrici e 92 progetti da cui sono derivate più di 277 pubblicazioni scientifiche di rilevante impatto per la comunità scientifica.
«Sono emozionata ed entusiasta di poter portare avanti questo progetto di studio dei meccanismi di base della Sla, essenziali per ipotizzare nuove terapie. Inoltre questi finanziamenti pilota sono una bellissima opportunità per noi giovani» commenta Alice Migazzi.
Manuela Basso aggiunge: «È un onore immenso ricevere questi finanziamenti e anche una sfida importante che ci auguriamo di onorare al meglio fornendo informazioni utili per comprendere sempre più la malattia sia da un punto di vista diagnostico che terapeutico.
Abbiamo il piacere di collaborare con medici e ricercatori esperti in un progetto altamente multidisciplinare che spazia dalla clinica alla biochimica sfruttando l’intelligenza artificiale. I campioni di sangue che analizzeremo arriveranno non solo dal Cresla di Torino ma anche dal Centro clinico NeMO di Pergine, dall’Istituto auxologico italiano e dall’Ospedale San Raffaele di Milano».
Sintesi dei progetti vincitori che riguardano UniTrento
Lo studio Senals, coordinato da Alice Migazzi del Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata dell’Università di Trento, si pone l’obiettivo di comprendere il ruolo delle cellule gliali (cellule che fornisco supporto e nutrimento ai neuroni) nella progressione della Sla e verificare se l’alterata comunicazione tra neuroni e glia, mediata dal rilascio di vescicole extracellulari (piccole particelle implicate nella comunicazione intercellulare) alterate sia responsabile dell’induzione del danno al Dna e della morte dei neuroni.
A tale scopo si verificherà se il ripristino della corretta comunicazione tra cellule gliali e neuroni possa ridurre la tossicità provocata dalla proteina TDP-43. (Ambito di ricerca: base.
Il progetto di ricerca EVTestInALS, coordinato da Manuela Basso del Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata dell’Università di Trento, intende analizzare le vescicole extracellulari (piccole particelle implicate nella comunicazione tra cellule) derivate da sangue periferico e liquido cerebrospinale di pazienti con Sla, raccolte in quattro momenti successivi durante la progressione della malattia, e testare la loro validità come biomarcatori di prognosi e progressione.
I dati ottenuti saranno correlati con i dati clinici raccolti per ogni paziente per definire se i cambiamenti rilevati nel sangue riflettano ciò che accade nel cervello. Inoltre, sarà ulteriormente sviluppato un modello di intelligenza artificiale per poter definire la progressione di malattia di ogni paziente e valutare un eventuale miglioramento nel corso di studi clinici.