Ray Dalio e il ritorno all’oro

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di Emilia Beria d’Argentine

Ecco perché il mondo degli investimenti guarda agli anni Settanta

Quanto è solido, oggi il sistema fondato su moneta e debito? Mentre il prezzo dell’oro supera per la prima volta la soglia dei 4.000 dollari l’oncia, torna d’attualità la domanda che molti investitori avevano archiviato.

Ray Dalio, fondatore di Bridgewater Associates e tra i più ascoltati gestori al mondo, ha dichiarato che “l’economia globale sta vivendo una fase molto simile ai primi anni settanta”. Inflazione persistente, eccesso di spesa pubblica, tassi in calo e fiducia in declino verso i titoli di Stato. In questo contesto, afferma Dalio, “detenere denaro o obbligazioni non garantisce più la conservazione della ricchezza”. La bussola sta tornando quindi a puntare verso gli asset reali, con l’oro in primo piano. (Fonte Milano Finanza).

Il valore reale come difesa

La sicurezza che danno i beni tangibili non è una novità, ma oggi sta assumendo un peso diverso. L’oro non è solo una copertura tattica: rappresenta un rifugio, in un mondo in cui la promessa di pagamento sta perdendo di credibilità.

Lo sta dimostrando il comportamento delle banche centrali, che nel corso del 2025 hanno incrementato gli acquisti di metallo prezioso ai massimi dal 1978. Mentre il dollaro si indebolisce sempre di più e le tensioni geopolitiche ridefiniscono le gerarchie economiche globali, Cina, India e Arabia Saudita guidano questa silenziosa corsa al valore reale.

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Ed ecco che in questo contesto storico – mai visto dagli anni Settanta – Dalio suggerisce di rivedere la tradizionale formula 60/40 (60% azioni e 40% obbligazioni) che ormai era una pilastro per il suo All Weather Portfolio, a favore di un portafoglio che includa fino al 15% in oro o beni reali. Si badi bene, non per ottenere rendimento, ma per proteggere il potere d’acquisto. Un vero e proprio cambio di paradigma, che sta mettendo in discussione la fiducia finora illimitata nei mercati finanziari, restituendo centralità al concetto di “valore che resta”.

Il ritorno dell’oro nella strategia moderna

Anche sul piano empirico, i numeri raccontano una storia coerente. Come già analizzato nel nostro approfondimento “Quanto ha reso l’oro negli ultimi 20 anni”, il metallo giallo ha mostrato negli ultimi due decenni una crescita cumulativa rilevante, con un andamento decorrelato rispetto a titoli e obbligazioni. Un aspetto che lo rende uno strumento efficace nelle fasi di instabilità, non solo come rifugio psicologico, ma come vera componente di equilibrio nei portafogli.

Un bene antico per sfide moderne

Ma perché l’oro conserva un valore universale? Perché non dipende da nessuno: non paga cedole, ma non può fallire, non promette interessi, ma mantiene sostanza. È un patrimonio fisico che, a differenza delle monete digitali o del debito, non necessita di fiducia per esistere.

Chi desidera avvicinarsi a questo strumento può partire da una comprensione più ampia del suo ruolo. In “Oro per principianti: tutto ciò che devi sapere”, pubblicato nelle news ddelsito web di Helior, vengono spiegate le basi dell’investimento in oro fisico e le modalità di custodia.

Conclusione

La prospettiva di Dalio non è allarmismo, ma una riflessione sul cambiamento strutturale che stiamo attraversando oggi: un’economia carica di debiti, una politica monetaria al limite e una fiducia collettiva sempre più fragile. In questo scenario, l’oro torna a essere non solo una riserva di valore, ma un simbolo di equilibrio, un ponte tra il passato e il futuro, tra la finanza e la realtà tangibile.

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