EUROZONA: i segnali da non sottovalutare

Helior per ODE, i segnali di Eurostat, global inflation overview

di Emilia Beria d’Argentine

L’inflazione, un tema che sembrava destinato a spegnersi, con settembre è tornato in primo piano.

A comunicarlo è Eurostat. Il dato nell’Eurozona è risalito al 2,2% su base annua, oltre la soglia di stabilità fissata al 2% dalla Banca Centrale Europea. Una fiammata dei prezzi che, dopo il lento e progressivo raffreddamento dei mesi passati, ha riacceso la discussione sulla traiettoria disinflazionistica. (Fonte: Financial TimesEurostat).

A trainare l’indice sono stati soprattutto i costi dell’energia e i servizi, componenti strutturalmente più rigidi. È un problema che tocca la vita quotidiana di famiglie e imprese: bollette più care, margini compressi, stipendi che valgono meno alla cassa del supermercato. Anche variazioni limitate, infatti, hanno effetti concreti sull’erosione del potere d’acquisto e sulla capacità di risparmio.

Helior per ODE, i segnali di Eurostat, inflazione EU e Italia

Il rischio è duplice: da un lato, i depositi bancari finiscono per generare rendimenti reali negativi; dall’altro, le aspettative sui tassi d’interesse potrebbero cambiare, con conseguenze su mutui, prestiti e crescita economica. Non a caso la presidente della BCE Christine Lagarde ha avvertito che “la battaglia non è ancora vinta”.

Contesto

Il tema centrale, però, riguarda la fiducia. Consumatori e imprese riducono spese, investimenti oltre che risparmi, quando percepiscono che l’inflazione è più ostinata del previsto. Ed è in questi momenti che il dibattito si allarga: al primo posto certamente c’è il come la politica monetaria debba muoversi, ma subito dopo l’argomentazione verte su come singoli e aziende possano proteggere il proprio valore in un contesto instabile.

Tra le voci che si levano sul tema, ricordiamo anche una nostra riflessione che sottolinea come l’inflazione non sia soltanto una questione di numeri macroeconomici, ma un fenomeno che incide sulla vita reale, erodendo certezze e imponendo la ricerca di strategie concrete per difendere risparmi e patrimonio.

Inflazione & Energia

In Italia l’impatto appare ancora più evidente: secondo l’Istat, la spesa energetica continua a pesare in modo sproporzionato sui bilanci familiari, soprattutto nelle fasce di reddito medio-basso. I mutui a tasso variabile hanno registrato rincari medi di diverse centinaia di euro l’anno, e per molte imprese l’accesso al credito resta più oneroso rispetto al passato. Immediata reazione sono i consumi deboli e una crescita che fatica a consolidarsi.

Helior per ODE, i segnali di Eurostat, inflazione e prezzo dell'oro

Per comprendere la complessità della situazione è utile un confronto con gli Stati Uniti : l’inflazione è stata più marcata ma la Federal Reserve ha reagito in modo aggressivo sui tassi, creando un rallentamento evidente. L’Europa al contrario appare più fragile, con economie diverse che reagiscono in maniera asimmetrica: la Germania ancora in sofferenza industriale, l’Italia più vulnerabile al caro energia e ai costi del debito.

Il ritorno dell’inflazione, anche se al momento contenuto, è dunque un campanello d’allarme che nessuno può ignorare. La sfida dei prossimi mesi sarà capire se si tratta di un’oscillazione temporanea o dell’inizio di un nuovo ciclo. Nel frattempo, cittadini e imprese si muovono su un terreno fragile, alla ricerca di strumenti affidabili per resistere a un nemico che, se sottovalutato, sa logorare lentamente stabilità e fiducia.

 

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