Personalmente ho sempre apprezzato e mi sono sempre piaciuti i film di Woody Allen fin dai suoi primi esordi da interprete e da regista.
In realtà oggi, con Un giorno di pioggia a New York, senza tanti giri di parole per arrivare al sodo, uscendo dalla sala di proiezione, difficilmente potrete dire di aver visto un bellissimo film di Woody Allen.
A mio avviso, sono da salvare alcuni dialoghi e battute esilaranti, quanto autobiografiche, insieme alle notevoli, e a volte spassose, interpretazioni dei due giovani interpreti principali del film.
Per il resto scordatevi di entrare nella New York, come scrive qualche recensore, meglio di un vero viaggio nella metropoli, anzi, vedrete qualche immagine della città, per lo più scandita dai finestrini appannati di qualche taxi, sotto la pioggia scrosciante, e qualche sporadica scena mentre gli attori camminano per i marciapiedi.
Un accenno al retaggio della passata introspezione “analitica” del regista, forse si può trovare in qualche scena di racconto intimo della madre al figlio, primo interprete del film, che farà avvicinare quest’ultimo al genitore al quale sembrava non essere particolarmente legato.
Un altro spunto psicoanalitico si intravvede in quella che vorrebbe rappresentare la “scoperta di sé stesso” del giovane sul finire del film. Infatti il colpo di scena avviene, durante la gita in carrozza, tanto attesa dai due protagonisti.
Il ragazzo capisce di essere distante dagli interessi e dal mondo della fidanzata e l’abbandona improvvisamente, in modo inaspettato quanto inatteso, scendendo dalla vettura mentre lei, incredula, si gira e si sbraccia, senza capirne il motivo del distacco.
Ciò che invece sembra screditare la pellicola – tendente solo al fine di donare alla vicenda un lieto fine da “romanzo rosa” – avviene quando il ragazzo, dopo aver lasciato la sua fidanzata, attesa e rincorsa per tutto il film, incontra per amoreggiare con la sorella di una sua vecchia fiamma per la quale non sembrava corresse buon sangue.
[su_box title=”Gianfranco Missiaja”][su_custom_gallery source=”media: 14363″ title=”never”]Gianfranco Missiaja, architetto e artista, ha esposto le sue opere in più di 90 Mostre internazionali. Ha pubblicato numerosi testi di critica e storia dell’Arte e una Guida alla 57a Biennale Internazionale d’Arte di Venezia.[/su_box]