Van Gogh i colori della vita (parte 2)

Van Gogh i colori della vita (parte 2)

Vincent van Gogh, Telaio con tessitore, 1884 olio su tela, cm 61 x 93 Collection Kröller-Müller Museum, Otterlo, the Netherlands

Si è inaugurata il 10 ottobre a Padova l’esposizione, curata, da Marco Goldin dal titolo Van Gogh, i colori della vita.

Continua quindi la nostra narrazione…


TERZA SEZIONE: Sien e il tempo all’Aia – Disegni e prime pitture.

Van Gogh parte per l’Aja, dopo un litigio col padre, dove resterà dal 1881 fino al 1883. Conoscerà Sien Hoornik, una ex prostituta con una bambina di 5 anni, con la quale rimarrà insieme per circa un anno. Una relazione dalla quale nascerà un figlio che verrà chiamato Vincent.

Nella mostra sono esposti diverse opere della sua compagna, Sien, disegnati con un senso di dolore, di commozione e di pietà.

Una delle più interessanti opere di Van Gogh è un pastello, di questo periodo, dove il colore inizia ad avere una maggiore importanza. Si tratta delle portatrici di carbone, con i sacchi sulle spalle, vestite di scuro che si stagliano sul chiaro pavimento esterno della strada.

Con i lavori di questo periodo Van Gogh si colloca ormai come una figura simbolica importante tanto che, nei primi decenni del ‘900, iniziava ad essere conosciuto.
Provengono infatti dall’Olanda quasi 100 dipinti e 22 disegni acquistati da un grande appassionato delle opere dell’artista, dipinte intorno all’Aja nel 1883, ed acquistate nel 1903 ad un’asta.


QUARTA SEZIONE: Gli anni a Nunen – tra tessitori e contadini.

Vincent van Gogh, Telaio con tessitore, 1884 olio su tela, cm 61 x 93 Collection Kröller-Müller Museum, Otterlo, the Netherlands © 2020 Collection Kröller-Müller Museum, Otterlo, the Netherlands; Photography Rik Klein Gotink, Harderwijk

Due i temi fondamentali, di questo periodo, il primo dei quali è rappresentato dai tessitori che ci fanno rivivere alcune immagini dove la figura umana si trova in secondo piano rispetto alle macchine a telaio in controluce.

Disegnati tra gennaio e febbraio del 1884 vengono paragonati, per la loro povertà, ai minatori conosciuti nel Belgio e nel nord della Francia come gli ultimi due elementi della scala sociale.

Sono i due anni, dal 1883 fino al 1885, in cui l’artista vive in Olanda a Nuenen, dove si era trasferito il padre, con i tre figli, fin dal 1881, come Parroco della comunità. Van Gogh, dopo una lite col genitore, abbandonerà la casa famigliare per recarsi a vivere ad Anversa dove rimarrà per tre mesi prima di andare a Parigi in casa del fratello Theo.

Nel periodo in cui l’artista si trova a Nunen disegna, in china ed acquerello, l’interno di queste case di tessitori d’inverno e contadini d’estate.

Il secondo grande tema trattato da Van Gogh, dei i contadini, ci racconta la sua invenzione dove sembra che il tempo rimanga sospeso nel fermare l’attimo del momento nella profondità del paesaggio circostante nei disegni sicuri e veloci, di getto.

Si arriva così al famoso quadro, realizzato in studio, attraverso una miriade di studi e di schizzi preparatori, colmo di una forte verità, di grande crudezza e realismo: i mangiatori di patate.

Una luce fioca, proveniente da una lampada che pende dal soffitto al centro del tavolo, illumina i visi di cinque contadini, di età diverse, con colori cupi in una atmosfera, poco vivace, di una misera capanna, in uno spazio angusto e spoglio che mette in risalto le fatiche quotidiane. Uno dei quadri più amati da Van Gogh che sottolinea, in uno scritto alla sorella Will del 1887, così lo descrive: “ciò che ho fatto di meglio”.

Sono dell’estate del 1885 molti disegni di contadini che mietono il grano o che lo raccolgono in fasce, in un’atmosfera soffusa, nel senso tonale donato dalla matita e dal carboncino.

Nei dipinti di questo periodo inizia a comparire l’azzurro del cielo, i fiori rossi in primo piano.

Il 26 marzo 1885, in questo cimitero, sarà sepolto il padre di Vincent, Pastore del villaggio. Vedremo la vecchia torre di Nunen, la chiesa, con il cimitero attiguo, che verrà distrutta nel 1885.

Vincent van Gogh, La vecchia torre a Nuenen, 1884, olio su tela, cm 36 x 44,3 Collection Kröller-Müller Museum, Otterlo, the Netherlands © 2020 Collection Kröller-Müller Museum, Otterlo, the Netherlands; Photography Rik Klein Gotink, Harderwijk

Negli ultimi mesi di quest’anno realizza 5 versioni, quasi con una pittura monocroma, quei nidi degli uccelli, che amava collezionare da bambino.

Nidi con le uova, nidi impagliati che ricordano i tetti di paglia delle case dei contadini del Bramante che simboleggiano il senso del riparo, della protezione, il senso della famiglia, dell’amore materno e paterno.

Nei 5 anni di permanenza in Olanda la pittura si fa poesia nell’intimità, nel senso del silenzio, nel tempo sospeso entro il quale il nostro pensiero sembra inserirsi senza disturbare.

Il “paesaggio autunnale al crepuscolo”, del 1885, pur non essendo tra i suoi capolavori più conosciuti, è uno dei quadri di Van Gogh che più emozionano: il tramonto è appena avvenuto ed il cielo, ancora chiaro, si tinge di una luminosità che avvince riflettendosi in striature arancioni sull’acqua.

Vincent van Gogh, Autunno, paesaggio al crepuscolo, 1885, olio su tela applicata su tavola, cm 53,3 x 92,6. Centraal Museum, Utrecht

Un dipinto straordinario concepito come uno scenario teatrale dove gli alberi, scuri in controluce sulla sinistra e ed esili tronchi ancora chiari, sulla destra, fanno da quinte in un palcoscenico in cui una figura procede sul sentiero dal mare e dalla luce: unica presenza solitaria che sembra avviarsi in una sorta di redenzione nell’illuminazione.

E’ uno dei suoi ultimi quadri che dipinge prima di abbandonare l’Olanda dove non tornerà mai più.


QUINTA SEZIONE: Parigi, oh cara – Van Gogh e l’arte moderna

Con l’intento di essere vicino a cose nuove,Van Gogh arriva a Parigi nel 1886, proveniente da Anversa dove aveva frequentato l’Accademia del disegno come a Bruxelles.

Risiederà per 4 anni ospitato in casa dall’amato fratello Theo che viveva fin dal 1879. In questa città ha modo di visitare l’ottava e ultima mostra impressionista alla quale non partecipano artisti del calibro di Monet, Renoir, Degas, Pissarro ecc.

Esporranno invece pittori del cosiddetto movimento “puntinista”, come Georges Seurat, e Paul Signac dove il colore puro fatto di piccoli tocchi avvicinati gli uni agli altri, creano l’immagine.

Il colore locale viene influenzato dal colore vicino, non mescolato, ma accostato. Forte della percezione visiva e della teoria dei colori, l’immagine si forma così attraverso la fusione policroma la quale non avviene nel quadro ma, bensì, nell’occhio dell’osservatore. Van Gogh sembra far tesoro di questa esperienza, in una concezione del tutto personale che esula dalla razionalità scientifica, arricchendo i dipinti con striscioline di colore accostate, anziché punti, in una metamorfosi unica.

Seguono, in esposizione, dipinti delle nature morte dove, il passo è breve per arrivare ai fiori dove il dipinto con le rose e le peonie, realizzato alla fine del 1886, rappresenta uno dei quadri più amati di questa mostra.

Vincent van Gogh, Fiori in un vaso blu, 1887, olio su tela, cm 61,5 x 38,5 © 2020. Collection Kröller-Müller Museum, Otterlo, the Netherlands Photography Rik Klein Gotink, Harderwijk

In questo percorso Van Gogh dipinge dei quadri fantastici dall’accostamento cromatico eccezionale: papaveri, fiordalisi, non ti scordar di me, crisantemi gialli in un contrasto tra azzurro e arancione, rosso e verde, giallo e viola nel rispetto dei colori complementari ai quali l’artista restò legato fin dal 1884. Ma è dal 1887 che Vincent si avvia al grande cambiamento come nascita di “pittore moderno”.

Vincent van Gogh, Montmartre dietro il Moulin de la Galette, 1887, olio su tela, cm 81 x 100. Van Gogh Museum (Vincent van Gogh Foundation), Amsterdam


Van Gogh i colori della vita

[su_box title=”Gianfranco Missiaja”][su_custom_gallery source=”media: 14363″ title=”never”]Gianfranco Missiaja, architetto e artista, ha esposto le sue opere in più di 90 Mostre internazionali. Ha pubblicato numerosi testi di critica e storia dell’Arte e una Guida alla 57a Biennale Internazionale d’Arte di Venezia.
Potete visionare e acquistare i suoi lavori sul suo e-commerce Venicegalley.it[/su_box]

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Gianfranco Missiaja, architetto e artista, ha esposto le sue opere in più di 90 Mostre internazionali. Ha pubblicato numerosi testi di critica e storia dell'Arte e una Guida alla 57a Biennale Internazionale d’Arte di Venezia. - Sito web: venicegallery.it