Da qualche anno le lenti degli astronomi puntano in una direzione diversa, lontana. La ricerca si è infatti allargata alla realtà degli esopianeti, pianeti che non appartengono al sistema solare, ma fanno parte di un sistema planetario differente e vengono dunque chiamati extrasolari.
Dall’inizio dei nuovi studi è stata accertata l’esistenza di circa 4000 esopianeti, alcuni dei quali presentano caratteristiche simili a quelle del nostro pianeta Terra. La possibilità di esistenza di altre forme di vita, dunque, non è più soltanto fantascienza, ma un possibile scenario. Queste scoperte hanno condotto alla necessità di rivalutare le nostre dinamiche sociali, ad allargare la concezione di identità e di comunità.
In un mondo di conflitti e intolleranze ci si dimentica spesso di guardare oltre al proprio naso e di vederci come siamo veramente, se osservati da un’inquadratura ad ampio raggio: coinquilini di un piccolo pianeta, uno fra i tanti che esistono nell’universo.
È all’insegna di questa nuova consapevolezza che la IAU (International Astronomical Union) ha indetto uno stimolante concorso per il suo centesimo anniversario, che celebra proprio quest’anno. Si tratta del NameExoWorlds II, una competizione su scala globale per dare un nome a un pianeta extrasolare e alla sua stella.
La prima edizione avvenne nel 2015 e si concluse con un nuovo nome per quattordici stelle e trentuno pianeti. I pianeti e le stelle scoperte dagli astronomi, in genere, ricevono un nome alfanumerico, una sorta di codice, donatogli da parte dell’Unione Astronomica Internazionale, ma in questa speciale occasione il nome identificativo, funzionale allo studio dell’universo, sarà accompagnato (e non sostituito) dal nome vincitore, che verrà riconosciuto dalla IAU come nome pubblico ufficiale, insieme a quello del suo ideatore.
Ad ogni Nazione verrà assegnato un pianeta e la sua stella di riferimento e all’Italia spetta il compito di battezzare HD102195 e il pianeta che orbita intorno ad essa, HD102195b. Assomiglia molto al nostro vicino di casa Giove, è grande circa la metà ed è gassoso e caldo e a differenza della Terra impiega solo quattro giorni per compiere un giro completo intorno sua stella madre.
La differenza è che il corpo celeste più vicino a noi ha un nome molto più memorabile, è ormai parte del nostro sistema di conoscenze. La nuova scoperta, invece, rispetta i canoni della nomenclatura ufficiale (composto dal nome della stella attorno a cui orbita con l’aggiunta di una lettera alla fine, dalla “a” alla “z”), rendendola molto più lontana da noi anche a livello mentale, oltre che fisico. Il nuovo nome dato a questo e agli altri esopianeti ci aiuterà ad avere una visione di insieme dell’universo, delle parti che lo compongono e della nostra collocazione all’interno di esso.
Farci sentire compaesani della grande casa che è la Terra, uno fra i tanti pianeti, è uno degli obiettivi dell’IAU100, che fra le altre celebrazioni vuole promuovere la democrazia e la cittadinanza globale, con il motto: “Sotto lo stesso cielo”. Gli altri obiettivi promossi includono una maggiore consapevolezza del progresso in campo astronomico e la discussione dei probabili sviluppi nel corso del prossimo secolo, la tutela dei cieli notturni e dei patrimoni naturali e lo studio dell’astronomia in quanto strumento di diplomazia.
Gli stessi criteri di partecipazione al concorso saranno diplomatici e democratici. I partecipanti possono essere individui, gruppi, classi o scuole e dovranno inviare entro il 10 ottobre 2019 le loro proposte, vale a dire due nomi legati da uno stesso tema, uno per il pianeta e uno per la stella.
Le migliori dieci proposte saranno selezionate da un comitato nazionale e le prime tre saranno inserite nel sito AltriMondi per la votazione da parte del pubblico, che potrà scegliere le sue preferite a partire dal 20 ottobre, fino al 10 novembre.
La scelta definitiva spetta all’Unione Astronomica Internazionale. Le proposte che emergeranno a partire da questa iniziativa saranno un esperimento sociale importante, in quanto racchiuderanno la visione da parte di un popolo, di individui o di una cultura di quanto esiste all’infuori di noi, in cui necessariamente proiettiamo noi stessi. E ancora più importante, emergeranno i nostri valori comuni in quanto terrestri, come afferma il docente di Filosofia della scienza all’Università di Padova, Telmo Pievani: «Dare un nome a un altro mondo, lontanissimo da noi, è un compito emozionante. Scegliendolo, ci mettiamo i nostri valori e la nostra storia di terrestri: è come una dedica all’umanità stessa. Quel nome resterà per generazioni. La scelta è ancora più bella se viene fatta in modo così aperto, democratico e partecipativo, raccogliendo proposte e idee da tutti in ogni nazione. Se dalla galassia qualcuno ci osserva, mi piacerebbe sapere che nome ci ha dato!».
La portata di questa iniziativa è immensa. Tutto il mondo all’opera per donare il nome a un pianeta lontano, per abbattere i muri che abbiamo costruito fra noi, per aprirci a un nuovo mondo inesplorato, che forse non conosceremo mai, ma che magari sarò la nostra nuova, immensa realtà.
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Name ExoWorlds web
IAU 100 Italia
Exoworlds II Italia
The Extrasolar Planet Enciclopedya