Sapere di non sapere

Socrate, filosofo ateniese, diceva spesso “so di non sapere”; frase che implica l’importanza dell’essere consapevoli di quello che non si sa più che concentrarsi su quello che già si conosce.

Non conoscere tutto e non essere tanto presuntuosi da pensarsi consapevoli di ogni cosa apre infatti le premesse per la nostra persona di incuriosirsi e offre un’infinita libertà e apertura mentale. “La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere; perché io so di sapere più di te, che pensi di sapere”, continua il filosofo introducendo la differenza tra la vera saggezza e la semplice conoscenza di un argomento. Una persona saggia è sempre pronta a migliorarsi e accrescere il suo bagaglio culturale accompagnato da una sana umiltà. Più che vergognarsi della sua ignoranza, la accetta e non ne è spaventato. Una persona saggia è a conoscenza dei limiti intellettuali di ognuno e non se ne preoccupa, affronta lo scibile con curiosità e desiderio di mettersi in gioco.

Per una persona saggia, qualsiasi esperienza accresce la conoscenza e ogni incontro stimola una crescita personale. Nulla è quindi più potente di una persona che conosce i suoi limiti conoscitivi. Qualcuno che non cerca freneticamente di sapere più di tutti, che legge tutti i libri che possiede, si renderà presto conto che oltre alla sua libreria, di libri sono piene le biblioteche, le scuole, gli archivi e che è giusto ritagliarsi la propria piccola fetta di scibile senza avere l’arroganza di aspirare a volere tutta la torta.

Allo stesso modo, questa verità assoluta che non si può apprendere tutto quello che il mondo ha da offrire, non deve però fermarci dal continuare ad imparare cose nuove. A cambiare non deve essere la nostra volontà di conoscere ma più che atro il motivo per cui lo facciamo.

Come diceva un recente articolo su Farnam Street, i libri che non leggiamo sono più importanti di quelli che leggiamo. Ma come è possibile? In tutti i libri impolverati nelle nostre librerie, quelli che sono fermi li da più tempo di quello che riusciamo a ricordare, risiede invece un potere estremamente sottovalutato: ci ricordano quello che non sappiamo e ci stimola di conseguenza a inseguire il sano desiderio di conoscere di più o di accettare invece che è impossibile conoscere ogni cosa e quindi mettersi l’anima in pace facendo tesoro di questa nostra ignoranza.

Una buona libreria dovrebbe contenere libri che non abbiamo letto e che forse non leggeremo mai proprio perché il problema è causato dal fatto che sottovalutiamo il valore delle cose che non sappiamo e tendiamo invece a sopravvalutare il valore di quelle che conosciamo bene.

Sapere di non sapere significa quindi porre dei limiti tra ciò che si può sapere e quello che invece non si può sapere, perché è estremamente arrogante e fisicamente impossibile pensare genuinamente di poter apprendere ogni cosa.

“La tua biblioteca dovrebbe contenere tanto di ciò che non conosci quanto i tuoi mezzi finanziari ti permettono. Accumulerai più conoscenze e libri man mano che invecchierai e il numero crescente di libri non letti sugli scaffali ti guarderà minacciosamente. In effetti, più ne sai, più grandi sono le file di libri che non hai letto”

Nella vita di tutti i giorni, questa consapevolezza di ignoranza si traduce nel gustarsi le informazioni che ci incuriosiscono senza permettere che mille altre cose che dovremmo sapere ci distraggano da ciò che infine ci interessa davvero.
Conoscere, non significa imbottirsi di tutte le informazioni che troviamo ma in sé è più un processo, un mettersi in dubbio e un viaggio infinito.

Sapere ogni cosa è paradossalmente più vicino al non sapere del non sapere stesso, se ci si pensa, perché la conoscenza non è una collezione completa di volumi letti, è più la sorpresa unica di avere un volume nella libreria che farà parte di noi proprio perché di lui non sappiamo nulla.

Non sapere è quindi una ricchezza che ci permette di dubitare di noi e migliorare ogni giorno.

Foto di Kenny Eliason

Informazioni su Bianca Seguso Bellotto 2 Articoli
Bianca, 17 anni, è una studentessa di lingue del Liceo A.Canova di Treviso. Nel tempo libero si interessa di musica, scrittura e cinema. Ha scritto i suoi articoli durante un periodo di stage presso HDEMO editore.