
Il racconto non ha riscontrato nel panorama letterario del Novecento italiano lo stesso successo che ha invece ottenuto in altri Paesi europei o nelle Americhe o nei paesi dell’Est. Se il racconto sembra sia stato relegato, per l’opinione del pubblico, in un angolo remoto della narrativa, come fosse una sorta di ‘allenamento di scrittura’ per numerosi autori prima di giungere alla pubblicazione del romanzo d’esordio-, esso meriterebbe maggiore attenzione, che proprio la generazione dei millennials potrebbe prestargli.
In questo articolo cercheremo di mostrare alcune peculiarità della forma del racconto osservando il fenomeno da diverse angolazioni e fornendovi alcuni consigli di lettura. Alla fine, troverete una nuova proposta che Hdemo Network -editore di Italiandirectory- offre al pubblico di lettori e scrittori.
Cosa accade nel mondo dei nuovi lettori?
Quotidianamente milioni di utenti si collegano alla rete, in cerca di informazioni e nuove letture, sfruttando i vantaggi e le potenzialità offerti dal web, che lungi dal ridursi a semplice strumento è un vero e proprio luogo. Inevitabilmente essi interagiscono con la comunità di utenti che vogliono condividere le proprie esperienze, formalizzandole in testi di varia natura, attratti dalle interazioni e dai contatti, espressi in termini di visualizzazioni, più che dalla possibilità di raggiungere una pubblicazione ufficiale. Blog, social network e siti personali si affiancano alle piattaforme che forniscono uno spazio di condivisione dei propri testi narrativi e che consentono di avere delle critiche da lettori non professionisti.
C’è dunque uno scenario di nuovi lettori che cercano brevi storie con le quali distrarsi o in cui riconoscersi. Parallelamente c’è un numero sempre maggiore di persone interessate alla scrittura che hanno trovato delle situazioni ottimali per sperimentare la propria passione in varie piattaforme, il successo di Wattpad ne è l’esempio. Altrettando interessante appare l’interazione che diverse forme di linguaggio possono avere mettendo assieme immagini e parole o grafica e fotografia: Instagram è un bacino incredibile di esperimenti di queste nuove espressioni in cui la parte visiva diventa lo stimolo, o il pretesto, per raccontare delle microstorie. L’iniziativa promossa da T: The NYTimes Style Magazine è, in questo senso, esemplificativa di un’interazione veloce, facile, e capace di dare voce al cambiamento in essere.
Torniamo ora a focalizzare la nostra attenzione sul racconto e su ciò che sta avvenendo in Italia: l’ultimo decennio ha visto la diffusione di molte scuole di scrittura, che proprio attraverso il mondo digitale si sono fatte conoscere, ci sono numerosi progetti come i concorsi letterari, che danno l’opportunità di cimentarsi in prove di diverso livello, e moltissime sono le persone che scrivono lunghi post nei social per ‘raccontare brevi storie’: è forse questo il momento per riscoprire la bellezza del racconto?
Non è necessario classificarlo o standardizzarlo in diverse tipologie ma è curioso osservare che il mutamento socio-culturale si manifesta anche attraverso nuove forme di misurazione: dalle classiche cartelle con cui l’editoria stabiliva la durata massima di un testo narrativo, oggigiorno troviamo che alcune storie si misurano in minuti; ci sono microstorie della durata di un minuto o altre che chiedono il limite massimo di 100 parole, ci sono racconti brevi che non devono superare le 5.000 battute (spazi inclusi) e altri racconti che vanno da 5.000 a 10.000 battute.
La velocità con cui viviamo il nuovo secolo ha influito sulla nostra capacità di attenzione, riducendola, ma paradossalmente ha dato una nuova chance al racconto che può trovare nuovi lettori e nuovi scrittori.
Leggere un racconto
Un racconto è un testo autoconclusivo: non esistono racconti in serie o trilogie, magari con sorprese postume di sequel o prequel, quindi il lettore sa che tutto ciò che va cercando lo deve trovare lì, oppure non lo troverà. Il rischio di rimanere deluso diventa un approccio curioso per chi si avvicina alla lettura delle short stories. La letteratura offre numerosi nomi di autori che possono introdurre un neofita nel mondo del racconto, riducendo al minimo la possibilità di rimanere insoddisfatti, mentre di fronte a nuove letture proposte online, la scelta diventa più difficile e la ricerca più lunga; spesso è il rimando di un articolo a farci scoprire un blog che suscita il nostro interesse o il post di un amico che riferisce di una lettura interessante o l’appartenenza a un gruppo che amplia l’orizzonte letterario; altre volte è semplicemente il titolo ad attrarre il lettore: poche parole che hanno l’obbligo di soddisfare le aspettative suscitate.
Un vantaggio lapalissiano delle storie brevi è la loro (breve) durata. Questo aspetto favorisce la lettura, aumentandone le occasioni: un tragitto in autobus, l’attesa all’ufficio postale, la perdita di una coincidenza in stazione ferroviaria o della metro, ma può cozzare con la difficoltà di interpretare gli eventi condensati in poche pagine. Come in una conversazione a due, il racconto gioca con i “non detti” e i finali aperti dell’autore e con l’intuizione o la capacità di concentrazione del lettore.
Un buon racconto dovrebbe mostrare qualcosa, più che raccontarla, e nel leggerlo bisognerebbe abbandonarsi alle parole come dinnanzi alle pennellate della Notte stellata di Vincent Van Gogh. Oppure, come scrive Alice Munro:
Un racconto, affermavo, non è una strada su cui ci si incammina, è piuttosto una casa. Uno ci entra, ci sta dentro un po’, vaga qua e là, si sistema dove vuole e impara come ogni stanza e ogni corridoio siano collegati tra loro, come il mondo esterno sia modificato dalle finestre attraverso le quali lo si osserva. Anche l’ospite, il lettore, subisce un cambiamento ritrovandosi in quello spazio chiuso, che sia ampio e accogliente o pieno di passaggi tortuosi, che sia arredato con sfarzo o con rarefatta semplicità. Può tornare in quella casa, in quella storia, ogni volta che vuole e ci troverà sempre qualcosa che non aveva notato prima. E scoprirà che la casa ha un solido senso di sé, di qualcosa che è stato costruito per ragioni di interna necessità e non solo per proteggere o incantare il visitatore. Scrivere una storia così, longeva e indipendente, è la mia speranza, da sempre.”
Scrivere un racconto
LESS IS MORE. Il racconto è un concentrato di narrazione, dunque in un racconto si scrive meno, ma in questo meno deve starci il molto di una storia completa. La struttura classica di questo genere è generalmente basata in 3 fasi principali: l’esordio o incipit, che serve a presentare al lettore la storia, illustra la situazione da cui ha inizio la vicenda, lo sviluppo, che è la parte più corposa del racconto, quella in cui si svolgono gli eventi principali che danno spessore alla storia e che si snoda -teoricamente- in due momenti chiamati complicazione e svolgimento; il finale, preceduto dal climax, culmine della tensione narrativa, che chiude la vicenda. Queste indicazioni, come la presenza di un unico protagonista o di più personaggi, possono variare a seconda della scelta dell’autore o della lunghezza del racconto.
I racconti sono quindi testi densi, in cui tutto ciò che non è strettamente necessario allo sviluppo della trama va tolto, simili in questo alla scultura che, secondo Michelangelo “si fa per forza di levare”.
Un elemento che caratterizza il racconto non è tanto ‘come’ si conclude la vicenda, ma ‘come (e se)’ è cambiato il protagonista durante la vicenda stessa. Molto spesso un finale efficace non è quello che soddisfa le domande dei lettori, ma quello che mostra un cambiamento nel protagonista. Altre volte, invece, il finale serve solo a chiudere la circolarità del racconto: l’esordio e la conclusione sono la cornice che mostra il quadro narrato nello svolgimento ed è nel mezzo che incontriamo il messaggio o l’intento di chi ha pensato la storia
Un altro punto forte delle storie brevi è riuscire a lasciare all’immaginazione del lettore il completamento di dettagli o l’intuizione di un sentimento, di un pensiero, quasi si formasse un patto di collaborazione tra autore e lettore, di cui abbiamo già accennato nel paragrafo precedente. A prescindere, comunque, dall’intesa che può nascere o meno, l’abilità dello scrittore di racconti è quella di mostrare solo i dettagli più caratterizzanti di un luogo o di un personaggio, piuttosto che soffermarsi in descrizioni minuziose; parallelamente, anche le azioni e i dialoghi dovranno essere essenziali e asciutti. Possiamo immaginare un racconto come una fotografia, se l’obiettivo usato è un grandangolo mostrerà una visione ampia che suscita un tipo di suggestione, se è una lente macro illuminerà un unico, piccolissimo particolare, che espanderà la sensazione all’intera immagine.
Consigli di lettura
Con uno sguardo verso il futuro abbiamo preso in considerazione cosa sta accadendo nel presente, ma il passato annovera nomi di grandi maestri del racconto che meritano un riconoscimento, perché offrono letture di altissimo livello per coloro che amano leggere racconti e per coloro che amano scriverli. Pilastri della letteratura italiana sono scrittori come Verga e Pirandello e i più moderni Italo Calvino, Dino Buzzati, Elsa Morante e Silvio D’Arzo, autore poco conosciuto ma degno di nota; fra i tanti autori di fama internazionale, abbiamo selezionato 15 suggerimenti che partono dai classici dell’Ottocento fino ai contemporanei:
- di Edgar Allan Poe (1809-1849), c’è l’imbarazzo della scelta,
- Racconti di Pietroburgo di Nikolaj V. Gogol’ (1809-1852),
- in particolare La signora con il cagnolino, ma tutti i racconti di Anton Čechov (1860-1904),
- I quarantanove racconti di Ernest Hemingway (1899-1961),
- Il ballo di Irène Némirovsky (1903-1942),
- Una coltre di verde di Eudora Welty (1909-2001),
- Tutti i fuochi il fuoco di Julio Cortázar (1914-1984),
- Nove racconti di J. D. Saliger (1919-2010),
- Tutti i miei robot di Isaak Asimov (1920-1992),
- Tutti i racconti di Flanney O’Connor (1925-1964),
- Una cosa che volevo dirti da un po’ di Alice Munro (1931),
- Microfiction di Margaret Atwood (1939),
- Stagioni diverse di Stephen King (1947),
- Brevi interviste con uomini schifosi di David Foster Wallace (1962-2008),
- Quella cosa intorno al collo di Chimamanda Ngozi Adichie (1977).
L’elenco non si esaurisce qui, una facile ricerca potrà soddisfare i più curiosi; l’ultimo consiglio è 101 storie zen, che non è propriamente un classico dei racconti, ma è senza dubbio un esempio di capacità di scrittura concisa, efficace e intuitiva.
Infine, segnaliamo una giovane casa editrice italiana che si occupa solo ed esclusivamente di racconti, Racconti Edizioni, ristampando classici e sostenendo esordienti come Elvis Malaj, uno dei 12 nomi selezionati all’edizione Strega di quest’anno.
Una nuova proposta
Dopo l’esperienza di pubblicazione dei racconti finalisti del concorso “Figuracce”, che ha riscontrato l’interesse dei nostri lettori, Italiandirectory propone un appuntamento quindicinale dedicato al racconto, storie di scrittori affermati ed emergenti, di vincitori di concorsi letterari e di coloro che hanno interesse a sperimentare la propria passione per la scrittura. Leggeremo racconti con stili di scrittura molto differenti uno dall’altro perché riteniamo che sia proprio questo il valore aggiunto che il nostro magazine può offrire, a chi legge e a chi scrive.
Per informazioni scrivere a redazione@italian-directory.it