Parola d’ordine: competenze digitali.
Sono queste due parole la chiave di lettura per comprendere le trasformazioni del lavoro sul territorio e permettere, di conseguenza, un adeguamento efficacie tra formazione e realtà professionale.
L’estate 2017 ha segnato l’inizio di una nuova partnership tra il Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali “Marco Fanno” dell’Università di Padova e la Regione Veneto, che ha sancito la nascita di un Osservatorio sulle Professioni Digitali. L’intesa biennale stipulata tra le due istituzioni recita: «Realizzare un programma di studio, formazione e orientamento alle nuove competenze digitali, monitorare l’efficacia delle attività di ricerca e delle azioni formative intraprese, orientare scelte e strategie degli enti di formazione e delle aziende, nonché delle istituzioni». Il responsabile scientifico è Paolo Gubitta, docente di Organizzazione Aziendale all’Università di Padova, che lavorerà in sinergia con l’Osservatorio Regionale del Lavoro e Veneto Lavoro che può contare anche sul sostegno di DIGITALmeet, il più grande festival italiano sul mondo del digitale organizzato da Fondazione Comunica e Talent Garden Padova, che torna dal 19 al 22 ottobre con oltre 140 eventi e 300 speaker in dieci regioni, che presenta come ospiti d’onore il guru giapponese della robotica Keiju Matsushima (giovedì 19 ottobre alle ore 18.00 in Sala dei Giganti a Padova) e il fisico e inventore del microchip, Federico Faggin (martedì 24 ottobre alle ore 17.30 Lectio Magistralis all’Auditorium dell’Orto Botanico).
Fabbriche, uffici, terziario, logistica: la quarta rivoluzione industriale reclama nuovi mestieri e nuove competenze per gestire i macchinari e i flussi dell’informazione. Solo così si può tenere il passo con la crescita e le trasformazioni in atto. A dirlo sono nomi noti nel panorama della formazione e delle avanguardie professionali.
Elena Donazzan, assessore al Lavoro e alla Formazione della Regione Veneto: «Il futuro delle nostre imprese è legato alla nostra capacità di accompagnare chi già lavora e i giovani nell’acquisizione delle nuove competenze; non ci facciamo impressionare dalle cifre sui “lavori che spariranno”, ma cerchiamo di capire quali sono le traiettorie del cambiamento e di agire con immediatezza. Il Veneto e l’Italia hanno bisogno di lavori ibridi, perché ci permettono di prendere due piccioni con una fava: da una parte valorizziamo i saperi manifatturieri sui quali abbiamo costruito il successo del nostro territorio, dall’altra rendiamo contemporanee queste conoscenze “innervando” le nuove competenze tecnologiche».
Nuccio Romano, direttore della Sezione Formazione della Regione Veneto: «Da molti anni la nostra Regione è all’avanguardia in tema di investimenti per la formazione capaci di accompagnare le nostre imprese nella trasformazione in atto. Le sfide che ci attendono sono importanti perché avremo sulle nostre spalle la responsabilità di fare in modo che i nostri cittadini siano in grado di convivere con il nuovo che avanza. Non è un’operazione impossibile e abbiamo tutta l’esperienza e gli strumenti per riuscirci».
Gianni Potti, Presidente di Fondazione Comunica e Founder DIGITALmeet: «Come DIGITALmeet siamo fieri di ospitare un osservatorio che si occuperà di un tema decisivo per lo sviluppo del nostro territorio. L’onda dell’innovazione si può surfare con i contenuti o si può attendere e subirla, con il rischio di affondare. La grande sfida delle professioni emergenti non è solo tecnologica ma anche culturale e richiede un adeguamento della formazione».
Paolo Gubitta, responsabile scientifico del nuovo progetto: «Il futuro è dei lavori ibridi: le nuove professioni digitali che ci porta in dote l’innovazione continua e le professioni consolidate che si devono digitalizzare almeno un po’. Non possiamo permetterci di aspettare: gli operai usano il tablet, i chirurghi i robot, i cuochi i forni 4.0 e a New York ci sono anche nonni che aiutano altri nonni a entrare nel mondo della digital economy. Oggi si usano nomi consolidati per indicare contenuti diversi: noi vogliamo entrare nei contenuti, e se serve daremo anche nomi nuovi ai nuovi mestieri. Le competenze digitali si potranno usare in diversi settori, garantendo più possibilità di occupazione e anche più mobilità tra le aziende: sono in tanti a smanettare coi device per gestire le incombenze quotidiane, ma bisogna imparare a farlo anche nei processi produttivi per la generazione di valore. Seguiremo i cambiamenti del lavoro e aiuteremo imprese e lavoratori in un mondo che cambia, oltre a fornire alla Regione e ai policy makers utili indicazioni per le politiche attive del lavoro e per la formazione. Faremo le nostre ricerche in stretta collaborazione con Veneto Lavoro, perché solo analizzando come si muovono domanda e offerta di lavoro potremo scoprire cosa bolle in pentola».