Esportazioni UE ai massimi, rallenta il made in Italy

Esportazioni UE ai massimi, rallenta il made in Italy

Le vendite italiane all’estero rallentano, penalizzate dal comparto Automotive e da alcuni mercati extra-UE. Bene invece i comparti Beni intermedi in metallo, Prodotti finiti di largo consumo ed Elettrotecnica.

Come certificano le elaborazioni di StudiaBo su dati Eurostat, nel primo semestre 2018 le esportazioni UE28 hanno raggiunto il record di 2700 miliardi di euro, ovvero circa 106 miliardi in più rispetto al primo semestre dello scorso anno.

Tuttavia, come rappresentato nel grafico 1, circa un quarto del valore delle esportazioni UE sono state appannaggio della Germania con circa 670 miliardi di euro e un incremento rispetto al 2017 di 30 miliardi di euro. La Germania quindi conferma saldamente il suo ruolo di locomotiva d’Europa.

A seguire, con valori significativamente inferiori, l’Olanda, la Francia e, al quarto posto, l’Italia. Le esportazioni Italiane, in particolare, hanno raggiunto i 230 miliardi di euro nel primo semestre dell’anno, segnando un incremento di poco inferiore ai 6,5 miliardi rispetto al 2017. Tra i 28 paesi UE solo la Danimarca registra una riduzione delle esportazioni rispetto al primo semestre del 2017.

Fonte: SIUlisse.it
Fonte: SIUlisse.it

Il secondo trimestre 2018

Considerando il II trimestre dell’anno, la dinamica tendenziale in euro vede variazioni positive per tutti i paesi membri dell’Unione Europea, ad eccezione di Danimarca (-1.5%) e Bulgaria (-0.8%).

Se escludiamo i paesi con un valore annuale di esportazioni inferiore ai 100 miliardi di euro, la performance migliore è dell’Irlanda (+9.7%), trainata dalle vendite all’estero del comparto farmaceutico. Segue la Polonia (+8.9%) che, con qualche eccezione, mostra un buon andamento per tutte le industrie considerate.</

Tra i “big”, i risultati migliori sono ancora della Germania, che nel II trimestre 2018 mostra una variazione tendenziale in euro del +6.3% ed incrementi a doppia cifra nelle industry Prodotti e strumenti per la salute, Elettrotecnica e Prodotti finiti per la persona.

Le esportazioni Made in Italy, seppur in crescita, si confermano in rallentamento: dopo un 2017 da record, in cui il tasso di variazione tendenziale medio si è attestato al +7.7%, i primi due trimestri del 2018 hanno mostrato andamenti di gran lunga meno favorevoli, con +3.3% registrato nel I trimestre e +2.4% nel II trimestre. A pesare nel trimestre appena concluso è soprattutto il comparto Mezzi di trasporto e per l’agricoltura, che registra una contrazione del -7.4% rispetto al II trimestre del 2017. Tra le industry che mostrano le migliori performance, invece, troviamo Beni intermedi in metallo (+8.5%), Prodotti finiti di largo consumo (+8.2%) ed Elettrotecnica (+8.1%).

La performance dell’Italia sui diversi mercati

Considerando i diversi mercati di destinazione delle esportazioni italiane, l’andamento nel II trimestre 2018 appare fortemente condizionato dai risultati non entusiasmanti ottenuti su alcuni mercati extra-UE.

Da una visione d’insieme emergono chiaramente alcuni mercati di gran lunga più rilevanti: il primato spetta alla Germania che con 56 miliardi di euro di importazioni nel 2017 è stato il primo paese partner delle aziende italiane. Al secondo e terzo posto troviamo la Francia e gli Stati Uniti, con rispettivamente 46 e 40 miliardi di euro. A seguire, con valori compresi tra i 23 e i 10 miliardi di €, si trovano nell’ordine: Spagna, Regno Unito, Svizzera, Cina, Belgio, Polonia, Olanda e Turchia.

Se limitiamo l’analisi ai paesi “INTRA ED EXTRA UE” ci si rende immediatamente conto della diversità che ha caratterizzato la performance dell’Italia sui due gruppi. Nonostante andamenti negativi dell’export verso il Belgio, l’Estonia, l’Irlanda e Malta, l’andamento delle vendite italiane sui mercati UE è stato nel complesso positivo, segnando +4.4% rispetto al II trimestre 2017. Da sottolineare, in particolare, gli incrementi registrati nelle vendite in Olanda (+11%), Germania (+7.7%) e Francia (+5%).

I mercati extra-UE, che rappresentano il 45% del valore delle esportazioni italiane, mostrano invece un andamento a macchia di leopardo: nel complesso infatti le vendite italiane in questi mercati nel II trimestre 2018 si sono attestate su livelli del tutto simili a quelli del II trimestre 2017, segnando nei valori in euro -0.1%. Da segnalare, comunque, il buon risultato ottenuto sul mercato svizzero (+8.9%).

I mercati in cui la performance dell’export Made in Italy nel 2T 2018 è stata meno favorevole

Tra i mercati del gruppo “Resto Europa” spiccano la Russia (-8.9%) e la Turchia (-5.9%). Nelle Americhe si è registrato un forte calo delle esportazioni verso il Messico (-12.6%) e l’Argentina (-9.6%), mentre in Africa e Medio Oriente, in cui le vendite italiane hanno mostrato l’andamento peggiore (-8%), solo le esportazioni in Tunisia, tra i mercati rilevanti di quest’area, hanno registrato una variazione positiva. In calo infatti l’export verso Israele (-3.2%), crollano le vendite in Egitto (-26%), Arabia Saudita (-20%), Emirati Arabi (-17.2%) ed Algeria (-15.6%). Tra i mercati asiatici, in cui si registra nel complesso un incremento in euro del +2%, risultano stabili le vendite italiane in Cina, mentre crescono le esportazioni in Australia (+6.6%), Corea del Sud (+8.4%) e, soprattutto, India (+12.8%).

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