Il progetto di una estensione a 2 piani di un edificio storico nel centro di Sydney
Nella città di Sydney, il quartiere centrale chiamato Central Business District (CBD) è stato recentemente oggetto di sperimentazione per numerosi tipi di architettura.
Quest’area contiene diversi edifici storici come il Queen Victoria Building, progettato dall’architetto George McRae nel tardo XIX secolo o il General Post Office di Sydney, progettato e costruito nel 1866 dall’architetto coloniale James Barnet.
L’insediamento nel Central Business District cominciò sin dalla fondazione della città, quando la colonia britannica scopri “Sydney Cove”, una insenatura ben riparata dall’Oceano Pacifico. Si trattava quindi di un luogo strategico, ben protetto, e pertanto vantaggioso per la reclusione dei detenuti.
Dalla sua fondazione fino ai nostri giorni, il Central Business District è stato un caso di successo nell’implementazione delle politiche di pianificazione stabilite dal Consiglio municipale della città di Sydney, l’autorità che regola lo sviluppo per questa zona.
Il contesto
Infatti, una serie di “piani di controllo dello sviluppo” (DCP) sono stati proposti e aggiornati ogni 5 anni. Questi piani valutavano dettagliatamente qualsiasi tipo di trasformazione all’interno del CBD e la loro implementazione è diventata via via sempre più critica man mano che la terra diventava più preziosa con il passare del tempo, con la conseguente mancanza di spazi aperti e l’aumento del numero di piani richiesti dai nuovi progetti di sviluppo.
Numerosi strumenti di pianificazione sono stati rilasciati dal Consiglio comunale di Sydney che, oltre ad incoraggiare gli interventi nel CBD, si proponevano di regolare l’altezza, la densità degli edifici ed i confini dei singoli lotti con le strade pubbliche.
La politica di conservazione adottata dal Consiglio comunale di Sydney viene definita principalmente in due documenti: il piano di controllo dello sviluppo della città di Sydney (DCP) ed il piano di controllo dello sviluppo e del patrimonio storico della città di Sydney (HDCP). Il primo definisce un insieme completo e dettagliato di regole per quanto riguarda lo sviluppo del nuovo. Il secondo, è un documento che presenta i principi fondamentali per la conservazione degli edifici storici.
Anche se i due piani sono diversi in relazione alla tipologia degli edifici per i quali essi vanno applicati, entrambi hanno un obiettivo comune: minimizzare l’impatto del nuovo sviluppo sui manufatti storici presenti a Sydney CBD, definiti dalla politica di conservazione come “Beni Storici”.
In questo contesto, l’HDCP fa riferimento ad una serie di aree identificate come patrimonio e che comprendono edifici capaci di rappresentare valori storico-architettonici comuni in termini di funzionalità, materiali e tipologia.
In generale, questa politica sostiene l’idea di creare delle regole omogenee di intervento sugli edifici parte del patrimonio. Più specificamente, essa stabilisce un uso predefinito di elementi architettonici ‘in stile’ con il design di ogni periodo di costruzione.
Per questo motivo, ad esempio, gli elementi architettonici esterni dell’edificio, come balaustre, porte, recinzioni di separazione, frontoni e rivestimenti in legno, sono diventati importanti, insieme ai loro colori, venendo a costituire un insieme di caratteristiche tipiche dello stile architettonico della Federazione Australiana.
Un’analisi complessiva delle politiche di gestione del patrimonio, suggerisce che l’integrazione tra lo stile precedente e lo stile architettonico moderno abbia giocato un ruolo ben più importante di quanto precedentemente creduto. Una revisione critica dei piani di gestione espressi nei DCP e HDCP, infatti, conferma l’idea che questi siano guidati da criteri di distinzione, piuttosto che di omologazione tra il presente ed il passato. La pianificazione accoglie il design moderno e contemporaneo come esempi di una diversità da quello esistente, senza però tralasciare di tracciare una metodologia globale di conservazione.
Questo approccio “distintivo” non è solo incoraggiato dal dipartimento del patrimonio del Consiglio comunale di Sydney durante tutti gli incontri preliminari a qualsiasi proposta di progetto, ma raccolgie anche il generale consenso dei consulenti privati, degli operatori del settore e dei residenti nel Central Business District.
Secondo questa opinione condivisa, l’approccio ‘omologante’ sarebbe semplicemente troppo restrittivo e limitativo poichè renderebbe difficoltoso, per i nuovi progetti di sviluppo, rispettare tutta una serie di ulteriori regolamenti, come il codice generale di costruzione dell’Australia (BCA), un testo completo e dettagliato sulle norme di costruzione riguardanti, ad esempio, la resistenza al fuoco, l’acustica, l’accesso per i disabili e le normative antisismiche. È infatti obbligatorio che, prima di iniziare ogni costruzione, ogni edificio riceva la certificazione di conformità alla BCA, rilasciata da un’autorità di certificazione (pubblica o privata).
Ove l’assimilazione del nuovo con il vecchio edificio non sia possibile per motivi quali le dimensioni, l’orientamento, la superficie edificata o l’introduzione di una nuova tecnologia, la politica di gestione del patrimonio è pronta ad accettare il moderno, anche se totalmente in contrasto con l’edificio preesistente, sostenendo l’idea che un design innovativo sia da preferirsi alla semplice rivisitazione di vecchi metodi di costruzione.
Seguendo questo percorso, la politica di gestione va anche oltre, dimostrandosi aperta alla sperimentazione di nuove tecnologie costruttive tra cui facciate “verdi”, soluzioni architettoniche a basso consumo energetico o la costruzione leggera.
Tra gli esempi di progetti realizzati nel CBD di Sydney, concepiti secondo le linee fin qui descritte, c’è il vincitore del premio Pritzker “One Central Park“, un edificio residenziale-commerciale progettato dall’architetto Jean Nouvel. Questo edificio comprende elementi di costruzione leggera combinati con facciate “verdi”, una novità che marca il contrasto con l’ambiente circostante.
Il Design
In questo contesto, lo studio di progettazione Cityface Group, con sede a Sydney, è stato incaricato di progettare e costruire una estensione a due piani del ‘Posh Hotel’, situato in Broadway street nel CBD di Sydney, proprio dove si trova anche l’edificio “One Central Park” precedentemente menzionato. L’albergo esistente era un edificio a tre piani in mattoni rossi costruito all’inizio del 1900.
Broadway street, una volta chiamata George Street, collega la stazione centrale con il sobborgo di Parramatta, 20 km a ovest di Sydney CBD. Questa strada presenta tutta una serie di edifici storici, costruiti nei primi anni di insediamento nella città. Esempi ne sono l’Università di Sydney, l’edificio commerciale dei fratelli Gross e la chiesa neo-gotica di San Benedetto.
Il progetto che Cityface Group ha presentato prevedeva la costruzione di due ulteriori piani, con 13 camere accessibili dall’ascensore esistente che porta all’entrata principale su Broadway street. Nel suo progetto, Cityface Group ha scelto per la realizzazione dell’ampliamento, una cosiddetta struttura “leggera”, una tecnologia di costruzione innovativa comunemente usata in Australia.
La tecnologia di costruzione leggera viene spesso utilizzata per i piani più alti degli edifici residenziali e consiste sostanzialmente nell’uso di murature intelaiate, di solito dello spessore di 900 mm. Il telaio è solitamente costruito in legno o in acciaio zincato.
La “pelle” di questa struttura è normalmente fatta di cartongesso all’interno più un rivestimento (legno, metallo o rivestimenti di pietra) esterno. Il tutto viene poi racchiuso da una membrana impermeabilizzante. Qualora non sia possibile l’utilizzo di una struttura intelaiata, il progettista può scegliere in alternativa blocchi di calcestruzzo leggero o pannelli strutturali leggeri.
Per il Posh Hotel, è stata progettata una struttura intelaiata in metallo con due pareti in muratura leggera costituita da blocchi “Hebel”, un materiale leggero di cemento composito.
La struttura “a telaio” si trova sulla facciata dell’edificio verso Broadway street e consiste di cartongesso per la parte interna e di un rivestimento di zinco per l’esterno. Il telaio incorpora anche delle colonne metalliche che operano a sostegno del tetto, ove necessario. Le pareti leggere sono condivise a est ed a ovest con le proprietà confinanti e contribuiscono al supporto del tetto.
Questa scelta progettuale ha incrementato la varietà di materiali utilizzati nel contesto di Broadway street: ad esempio, “One Central Park” che si presenta con le piante “verdi” sulle facciate o le nuove costruzioni realizzate per la UTS Faculty of Engineering and Information Technology (FEIT), progettate dagli architetti Denton Corker Marshall. Quest’ultimo è un edificio con un rating ecologico di “5 stelle”, costituito da “schermi” poligonali e semitrasparenti di alluminio, traforati da un codice binario e che rappresenta un punto di riferimento per Broadway street e per il Central Business District.
Il codice di costruzione dell’Australia (BCA), indica nel telaio in metallo il materiale da preferirsi nella costruzione leggera, questo principalmente per le sue proprietà ignifughe. Il telaio stesso, infatti, è reso necessario per poter conseguire il livello minimo di resistenza al fuoco richiesto da BCA. Una certo grado di resistenza al fuoco era anche richiesto per il solaio situato tra i due nuovi livelli, che è stato realizzato in legno con rivestimento resistente al fuoco e verniciato con materiale intumescente, una tecnologia di protezione passiva. I progettisti di Cityface Group hanno coordinato questa soluzione con gli ingegneri strutturisti dei vigili del fuoco durante tutte le fasi della costruzione.
La scelta della costruzione leggera applicata ai due piani del Posh Hotel deriva essenzialmente da una necessità strutturale, funzionalmente connessa alla necessità di non sovraccaricare i mattoni esistenti dei piani inferiori. Tuttavia, la scelta dello zinco come materiale per il rivestimento è stato anche un modo per mantenere le pareti superiori più leggere e distaccate dall’edificio originale esistente in muratura.
Infatti, l’estensione di due piani dell’Hotel Posh non solo si pone in contrasto con i mattoni del 1920 per il colore dello zinco nella facciata su Broadway, ma la facciata stessa si staglia per la posizione arretrata della costruzione a circa 6 metri dal bordo strada.
Questo layout viene così ad agire come una sorta di sfondo per la parte di costruzione in muratura, sottolineando la differenza tra “leggerezza” e “pesantezza”, tra il design contemporaneo e quello preesistente.
Soddisfatta la necessaria solidità strutturale, la costruzione leggera usata nell’Hotel Posh risulta coerente alla “leggerezza” presente negli intenti del progetto. In tale accezione, le proprietà strutturali di questa tecnologia diventano secondarie rispetto ad altri parametri, quali l’adeguatezza del materiale, la piacevolezza del suo aspetto superficiale ed il soddisfacente rapporto visivo con l’ambiente circostante.
Dal punto di vista della strada ogni edificio, con la sua varietà di materiali, contribuisce a “saturare” Broadway street: l’architettura moderna comunica visivamente con il preesistente, lasciando la percezione degli edifici a mattoni rossi come quella di “un’altra città”, meritevole di conservazione e miglioramento. Le stesse linee guida del Consiglio comunale di Sydney elencano la rientranza, a mo’ di sfondo, rispetto ai limiti originali degli edifici come una delle idee chiave per gli obiettivi del DCP.
Note finali
In conclusione, la nuova estensione del Posh Hotel, che prevedeva la tecnologia leggera come metodo di costruzione principale, ha certamente stimolato l’interesse dei designer ad approfondire in modo nuovo il rapporto tra patrimonio storico e stile architettonico contemporaneo.
In questo contesto, la scelta della costruzione leggera, piuttosto che essere semplicemente l’introduzione di una metodologia innovativa, si è presentata anche come un contributo alla conservazione dell’architettura storica di Sydney.
Come ho cercato di spiegare in quest’articolo, il ruolo della costruzione leggera nell’edilizia sta cambiando, e nuovi significati si vanno a stabilire in relazione ai diversi ambienti urbani. Ma, forse, possiamo leggere questo cambiamento come un segnale: l’approccio australiano a specifiche tecnologie costruttive sembra rappresentare un passo significativo verso la tradizione europea, dove la specificità del luogo e la storia dell’ambiente circostante emergono da sempre come elemento primario.
Riferimenti
Posh Hotel extension, Broadway street, Sydney
Progettisti: Cityface Group Pty Ltd
Structural Engineers: NITMA Civil & Structural Consulting Engineers
Fire Engineers: Holmesfire
Tomaso Carrer, PhD
Tomaso Carrer è il fondatore e il direttore esecutivo di Cityface Pty Ltd, una società di diritto australiano specializzata nell’architettura e pianificazione del patrimonio storico. Laureatosi all’Università IUAV di Venezia, Tomaso ha conseguito un dottorato di ricerca in teoria dell’architettura presso l’Università del New South Wales. È stato vincitore del Max Kelly Award per gli studi urbanistici, assegnato dal Ministero delle arti NSW, e membro del team per la Sustainable Transport Planning Strategy presso NSW. Più recentemente, ha ricevuto diversi premi in Australia, tra cui la UNSW Doctoral Scholarship and the Corporate Membership of Planning Institute of Australia. Tomaso è stato anche assistente in Teoria dell’architettura presso l’Università del New South Wales e ha scritto per il Journal of Landscape Architecture.