Il Grappa e l’Alta Via degli Eroi

L’Alta Via n° 8 nota anche come Alta Via degli Eroi è un percorso escursionistico, ideato negli anni Settanta da Italo Zandonella Callegher. È un cammino solitario che attraversa il Massiccio del Grappa da Nord-Est a Sud-Ovest e prende il via dalla cittadina di Feltre, situata nelle vicinanze della valle della Piave, per arrivare sulle sponde della Brenta presso la cittadina di Bassano del Grappa.

Alta Via degli Eroi è l’appellativo datogli per ricordare tutti quei giovani soldati che proprio nel Massiccio del Grappa hanno combattuto durante l’ultimo anno della Grande Guerra. Infatti, dopo la disfatta italiana di Caporetto, tra Novembre 1917 e Ottobre 1918 le truppe italiane approntarono la loro linea difensiva lungo le valli della Piave, della Brenta e dell’Astico ed fu proprio il Grappa il perno dei combattimenti contro le truppe austro-ungariche. Da allora sono passati 100 anni eppure i segni della guerra sono ancora visibili: nel primo tratto si colgono solo delle tracce mentre, avvicinandoci a Cima Grappa, le ferite della Grande Guerra diventano evidenti. Buchi provocati da bombe di cannone o da granate, trincee, bunker, camminamenti, strade e sentieri: queste le cicatrici della bellicosa trasformazione dell’ambiente.

L’itinerario che descriviamo e che è riportato sulla Carta Tabacco n° 51 Massiccio del Grappa Bassano-Feltre che abbiamo utilizzato, si svolge principalmente su facili sentieri che percorrono stupende e panoramiche creste, attraversando il morbido paesaggio della media montagna, da cui è possibile ammirare all’orizzonte da una parte la pianura Veneta e la laguna di Venezia e dall’altra il profilo delle numerose cime delle Dolomiti e delle Alpi. La traversata è fattibile in uno o più giorni, io e Giovanni -compagno di cammino in queste cime solitarie- abbiamo scelto di percorrerla durante l’ultimo fine settimana di Ottobre 2016.

Il Massiccio del Grappa e l’itinerario dell’Alta Via degli Eroi

L’Alta Via si tiene perlopiù in quota, con diversi saliscendi, ad eccezione dell’iniziale dislivello in salita per raggiungere il Monte Tomatico e quello finale in discesa da Cima Grappa alla Valle di Santa Felicita. Per affrontarla non sono necessarie particolari capacità tecniche ma sicuramente un discreto allenamento (anche in funzione dei giorni complessivi), capacità di percorrere un sentiero non sempre ben tracciato e piede sicuro specialmente nella parte centrale del percorso che va da Forcella Bassa a Forcella d’Avien, in cui è necessario prestare particolare attenzione per la natura del terreno scivoloso, ripido ed esposto, motivo per cui alcuni tratti sono attrezzati con corde fisse (necessario il set da ferrata). L’unica nota che vogliamo sottolineare è che, come per tutti i sentieri di alta montagna, anche per questi vale la regola di percorrerli con attenzione e senza sottovalutarli (la quota “modesta” potrebbe ingannare!).

In cresta tra il Monte Santo e il Monte Sassumà

Lungo il percorso l’unico rifugio gestito ed aperto tutto l’anno è il Rifugio Bassano, posto nelle immediate vicinanze di Cima Grappa, mentre altri punti di appoggio occasionali o di emergenza possono essere dati dalle poche malghe private e abitate solo d’estate per le attività d’alpeggio, quali malga Tomatico, Pàoda, Sassumà, Val Dumela e Fontana Secca. Un po’ discostati dal percorso sono presenti altri due punti di appoggio, entrambi nelle vicinanze del Col dell’Orso, e sono il bivacco A. Scopel (ex malga Murelon) una struttura attrezzata, non gestita ed aperta tutto l’anno che si trova circa 200 m. di dislivello più in basso e a Nord-Ovest della cima, e l’agriturismo Cason del Sol, gestito ed aperto solo nei mesi estivi, che si trova circa 400 m. di dislivello più in basso e a Sud della cima.
Considerata la tipologia dei punti d’appoggio e la quota non particolarmente elevata è possibile compiere la traversata in qualsiasi stagione sole o neve permettendo, sebbene a nostro avviso sia preferibile in Primavera o in Autunno, basta essere attrezzati per poter bivaccare all’aperto, mettendo nello zaino viveri, tenda, sacco a pelo e sufficiente acqua (non sempre disponibile o facile da trovare).

L’itinerario prevede alcune varianti, noi abbiamo deciso di seguire quelle che ci permettessero di rimanere il più possibile in quota: la prima sulle creste che vanno dal Monte Tomatico a Forcella Alta e la seconda dal Fojarol del Conte a Stalle Fontana Secca. Il punto di partenza è Feltre, l’antica Feltria romana, facilmente raggiungibile in auto, treno e bus da Venezia, Belluno e Trento. È una vivace e interessante cittadina della quale consigliamo la visita al suo centro storico, racchiuso entro mura medievali e composto da antichi palazzi e dal castello di Alboino.

Nella faggeta verso Forcella Bassa

Resoconto di viaggio

Primo giorno. Partendo dalla stazione ferroviaria di Feltre si punta a Sud verso Porcen, frazione del comune di Seren del Grappa, da qui si prende via Monte Tomatico, strada che prima asfaltata e poi sterrata ci porta in circa 1,5 km. da Porcen a quota 530 m., dove a sinistra si trova l’inizio del sentiero e a destra uno slargo in cui parcheggiare. Noi, infatti, abbiamo scelto di fare così, per evitare la poco piacevole camminata sull’asfalto. Da Feltre sino all’imbocco del sentiero sono circa 6 km. Alle 8:50 di sabato mattina, zaino in spalla e cani appresso, abbiamo imboccato il sentiero CAI 841 che con una salita di circa 1.000 metri di dislivello, attraverso un bosco ceduo, ci ha portato sulla cima del Monte Tomatico (1.595 m.) facendoci ammirare lo splendido panorama sulle Dolomiti.

Da qui l’itinerario ufficiale scende con il sentiero CAI 844 a malga Pàoda (1.181 m.), prosegue con il sentiero CAI 847 che percorre la Cengia di Prada, tocca malga Sassumà (1.123 m.) e giunge a Forcella Alta (1.222 m.), ma noi decidiamo di restare più in alto, scegliendo la Variante di cresta che ci ha portato a toccare in successione e con modesti saliscendi il Monte Santo (1.538 m.) sovrastante la Valle di Prada ed il Monte Sassumà (1.510 m.) da cui l’omonima valle digrada verso l’abitato di Schievenin. La visuale continua a spaziare a 360°.

Dopo la cima, proseguendo ancora un po’ in cresta, il sentiero inizia a scendere nel bosco sul versante Ovest che sovrasta la valle di Seren del Grappa e in breve ci ha portato a Forcella Alta (1.222 m.), dove incontriamo il sentiero CAI 847 (il percorso ufficiale) che abbiamo seguito sino a Forcella Bassa (1.044 m.), la quota più bassa della nostra prima giornata.

Fojarol del Conte con il Monte Sassumà ed il Monte Santo

Questo è il valico che, da centinaia di anni, mette in comunicazione la frazione di Schivenin con il paese di Seren del Grappa attraverso la Valle dell’Inferno e la Val Carbonaia. Durante la Grande Guerra, nel Novembre del 1917 lungo la dorsale che collega queste cime correva la linea della difesa italiana, prima che le truppe Austro-Ungariche la prendessero d’assalto e la occupassero sino all’Ottobre del 1918.

Dopo una breve sosta in forcella, abbiamo ripreso il sentiero fin sotto il versante Nord-Est del Monte Peurna; da qui seguendo una traccia abbiamo raggiunto la cima del Monte (1.383 m.) da dove abbiamo goduto del panorama offerto dalle cime che, in successione, avremo toccato il giorno successivo. Siamo poi scesi percorrendo a ritroso la via di salita, ritornando nuovamente al sentiero. Ora ci aspetta la parte tecnicamente più impegnativa dell’intera Alta Via, quel tratto che va dalle pendici del Monte Peurna a Forcella d’Avien, lungo il quale incontriamo alcuni punti attrezzati con corde fisse, e come riporta lo stesso ideatore dell’itinerario: «Il sentiero, infatti, corre ora su strette cenge sopra i dirupi, stando sul filo di cresta, talvolta sui ripidissimi pendii erbosi e rocciosi. Fare molta attenzione in caso di pioggia, neve o gelo. Non uscire assolutamente dalla traccia».

Incontriamo altre tracce della Grande Guerra, i resti di alcune cisterne in cemento che fungevano da stazioni intermedie per il grande acquedotto costruito dagli austro-ungarici per pompare l’acqua da Ponte Avien per oltre 1.000 metri, fin sul Monte Fontana Secca.

Stalle e Monte Fontana Secca

Poco prima di Forcella d’Avién (1.100 m.) il sentiero cambia numero ed ora seguiamo il CAI 843 che subito dopo la forcella coincide con una mulattiera militare scavata nella roccia, che attraversata anche una corta galleria, e che in breve ci ha portato al Fojarol del Conte (1.173 m.) in prossimità del Sasso delle capre. Luogo magicamente ameno, incantevole balcone posto di fronte alle cime toccate il mattino e sovrastante la valle di Schievenin. Il Fòjarol (da fòja “foglia”) è una tipica ma ormai rara costruzione caratterizzata dal tetto coperto con rami e foglie di faggio.

Da qui l’itinerario ufficiale segue verso Sud una strada sterrata che tocca la vicina Stalla Val Dumela (1.181 m.), nelle cui vicinanze si può vedere la croce dell’ex cimitero di guerra, dopo circa 1 km. incontra e si unisce al sentiero CAI 845 che sale da Schievenin, e prosegue verso Sud-Ovest in direzione di Stalla Cinespa (1.218 m.) e oltre fino a Stalle Fontana Secca (1.461 m.). Il nostro itinerario, invece, dal Fojarol continua sul sentiero 843, seguendo la Variante che passa circa 100 m. sotto la cima, dapprima percorrendo il boscoso fianco orientale e poi attraversando i prati meridionali su una strada sterrata, fino a raggiungere Stalle Fontana Secca, meta della nostra prima giornata di cammino e luogo scelto per il bivacco all’aperto.

Non possiamo non ricordare che nel corso di 11 mesi le pendici di questo Monte e di quelli che incontreremo domani sul nostro cammino sono state teatro di sanguinose battaglie.

Sino a qui in 9 ore e 15 minuti abbiamo percorso 18 km., superato un dislivello in salita di circa 1.839 m. e di 955 m. in discesa. È stata una bella giornata, soleggiata e fresca il giusto per non surriscaldarsi troppo, stanchi ma semplicemente contenti ci prepariamo la cena e ci infiliamo dentro i sacchi letto.

Malga Valpore di Cima

Secondo giorno. Dopo una notte serena, senza Luna e super-stellata, visto il nome del luogo ed il celeste panorama avremmo potuto battezzare il nostro bivacco “dalle Stalle alle Stelle”. Ci svegliamo all’alba, contempliamo il panorama pervaso dall’obliqua luce del mattino: appena sopra di noi dalla cresta un magnifico camoscio solitario ci osserva, ci prepariamo prima la colazione, poi lo zaino e partiamo sotto un cielo che si mantiene limpido.

Riprendiamo il sentiero 843 e ci dirigiamo a Sud verso Forcella Solaroli (1.477 m.) posta tra il Monte Solarol ed il Monte Valderoa e, una volta raggiunta, prendiamo verso Ovest il sentiero CAI 156 che ci condurrà verso le panoramiche creste che collegano Monte Salarol (1.670 m.), Col dell’Orso (1.670 m.), Monte Casonet (1.614 m.), Croce di Valpore (1.530 m.) e avanti sino alla Croce dei Lebi (1.571 m.). Ambiente e panorami stupendi, per contrasto ovunque segni e ferite della Grande Guerra, croci e lapide commemorative che continuano a ricordarci quanto successo in questi luoghi cent’anni fa. Ancora qualche centinaio di metri di dislivello ed una mezza ora di cammino per raggiungere il piazzale antistante il Rifugio Bassano ai piedi di Cima Grappa (1.775 m.), luogo che dopo un giorno e mezzo “in solitudine” ci sembra affollatissimo di umani, macchine, moto e biciclette.

La dorsale dei Salaroli e le Dolomiti

Il Sacrario è costituito da due Ossari, uno Italiano e l’altro Austro-Ungarico, collegati tra loro dalla Via Eroica. L’Ossario Italiano custodisce i resti di 12.615 caduti, di cui 10.332 ignoti; l’Ossario Austro-Ungarico custodisce i resti di 10.295 caduti, di cui 10.000 ignoti. Lungo la Via Eroica sono disposte sette coppie di grandi cippi sui quali sono riportati i nomi delle località dove si sono combattute le battaglie più importanti del Grappa.

Il Sacrario del Grappa

Facciamo comunque una breve sosta, scattiamo qualche foto e poi iniziamo la lunga discesa, decidendo di evitare la “Strada Cadorna”, itinerario ufficiale, e di puntare direttamente verso il basso prendendo il sentiero CAI 80 (variante) che, a volte su strada e a volte su sentiero, ci porterà a passare vicini all’Ossario Italiano, sotto il Monte Meda, alla Malga Osteria Vecia (1.261 m.), nella valletta tra il Bosco Piai e il Boscon, poi nella Valle dei Lebi sulla strada militare di arroccamento. Camminando per alcuni km. sino a quota 1.006 m. in prossimità dell’agriturismo De Lucchi, da qui abbiamo proseguito a Sud, sempre sul CAI 80, immettendoci nella Valle di Santa Felicita dove un sentiero a volte scavato nella roccia la percorre sino a scendere un ripido canalino roccioso, lo Scalon, e da qui in breve abbiamo raggiunto la palestra di roccia e poi all’agognata Trattoria alla Mena, dove ci attendono Chiara, la nostra gentile autista, ed una gran birra spumeggiante da bere in compagnia del “custode” della storica palestra di roccia di Santa Felicita, l’amico Marampon.

Dopo il Monte Casonet verso Cima Grappa

Oggi in 6 ore e 20 minuti abbiamo percorso 18,5 km., superato un dislivello in salita di circa 454 m. e di 1.665 m. in discesa. Da qui, per chi dovesse raggiungere la stazione ferroviaria di Bassano del Grappa, si devono percorrere verso Sud circa 6,5 km.

Nonostante la discesa sia stata lunga e il dislivello importante, anche questa seconda giornata ci ha regalato il sole e una temperatura autunnale favorevole. Il panorama che si presenta agli occhi, dall’inizio alla fine del percorso, è meraviglioso. Quel che resta impresso nella memoria, anche grazie al camminare che si fa silenzioso per tenere il ritmo e allineare il respiro al passo, è un inevitabile richiamo a quegli Eroi che danno il nome all’Alta Via, non solo perché in questo periodo sono numerosi gli eventi per la ricorrenza dei 100 anni dalla Grande Guerra, ma perché questo percorso attraversa taciturni luoghi di valore, tracce di un passato che oramai è storia.

Ricordando il Sacrario di Cima Grappa solo un pensiero ci turba: 20.332 soldati sono arrivati tra queste cime con un nome e la guerra ha tolto loro la vita e l’identità.

L’Alta Via degli Eroi onora la memoria di tutti coloro che sul Massiccio del Grappa hanno combattuto.

Dalla prossimità di Cima Grappa verso il Monte Casonet, Col dell’Orso, la dorsale dei Salaroli, la Valle delle Mure e sullo sfondo le Dolomiti

Tutte le foto sono di Giovanni Segna, ad eccezione del Sacrario del Monte Grappa (credits: http://www.time-to-lose.it/wp-content/uploads/2015/07/cima-grappa.jpg).

Per finire indichiamo alcuni numeri della nostra traversata, precisando che i dati riguardanti i dislivelli e le distanze sono indicativi, e riportiamo l’immagine della cartina del Massiccio del Grappa con indicate le Cime e le linee del fronte.

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Mario.B è da lungo tempo un appassionato frequentatore delle Montagne, in ogni stagione, in particolar modo di quelle più solitarie e meno frequentate.